All’attenzione delle e degli onorevoli: MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, NICCOLO’ GHEDINI, MARCO MARIN, GIOVANNI ENDRIZZI, GIANPIERO DALLA ZUANNA, MASSIMO BITONCI, ANTONIO DE POLI, GIORGIO SANTINI, PIERO LONGO, LORENA MILANATO, GIANCARLO GALAN, ALESSANDRO NACCARATO,GIULIA NARDUOLO,ALESSANDRO ZAN, MARCO BRUGNEROTTO, SILVIA BENEDETTI, GESSICA ROSTELLATO, ROBERTO CAON, ILARIA CAPUA.
Attualmente in Parlamento è in discussione una legge contro l’omofobia e la transfobia ma pure dopo molti anni di richieste questa legge rischia di essere del tutto inutile, se non addirittura dannosa.
La Commissione Giustizia della Camera dei deputati ha infatti terminato la discussione e votato il testo base che andrà alla Camera dei Deputati.
Il testo originario era composto da quattro articoli:
1- l’introduzione del reato di omofobia;
2- l’introduzione del reato di transfobia;
3- la definizione di orientamento sessuale e identità di genere;
4- l’estensione anche ad orientamento sessuale e identità di genere dell’articolo 3 della legge Mancino del 1993 che prevede un’aggravante della pena per i reati penali commessi sulla base di “discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
Il nuovo testo invece è costituito da un solo articolo, che introduce i nuovi reati di transfobia e omofobia, ma che ha perso dalla formulazione originaria una parte fondamentale, ovvero la piena equiparazione con i crimini di odio e violenza contenuti nella legge Reale-Mancino nella parte delle aggravanti. La scelta di inserire “omofobia” e “transfobia” senza fornirne le definizioni rischia inoltre di rendere la legge inapplicabile. Una legge “di facciata” è un insulto alle legittime richieste di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender di questo paese ed è la dimostrazione di come la politica nazionale si allontani sempre più da quella che è la cultura europea dei diritti.
La condizione delle persone omosessuali e transessuali in Italia è inaccettabile per i valori che stanno alla base di questo paese. Sono in aumento i casi di aggressione e omicidio; lesbiche, gay, bisessuali e transessuali sono offesi da fanatici che rivendicano la libertà di insultare e discriminare senza subire nessuna conseguenza, i giovani scoraggiati si negano il futuro, gli adulti limitano la propria libertà di interagire. La comunità transessuale vive ogni giorno la realtà della discriminazione nel modo più atroce.
È impossibile non vedere alla base di tutto ciò un odio irrazionale e violento che cresce nell’assenza di una forma di tutela efficace sia di una forte e propositiva presa di posizione politica.Il messaggio che scaturisce da una scelta come quella di non difendere l’applicabilità della Legge contro omofobia e transfobia per noi cittadine e cittadini, lesbiche, gay, bisessuali e transessuali è quello di assimilarci a estranei rispetto al corpo sociale di questo paese, mutilando la nostra dignità civile e sociale.
Le associazioni LGBT, tra cui anche Arcigay Tralaltro Padova e Arcilesbica IL RIPARO Padova, chiedono all’unisono un atto di giustizia e di civiltà: le chiediamo di attivarsi in prima persona affinché il testo base sia emendato in modo da essere efficacemente applicabile. Chiediamo che l’art. 3 della legge Mancino sia esteso alle discriminazioni omofobiche e transfobiche, in modo che siano definite queste due fattispecie di reato in modo chiaro e inequivocabile.
Arcigay Tralaltro Padova Arcilesbica Il Riparo Padova
corso Garibaldi 41
Padova PD
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