SABATO, 11 LUGLIO al PADOVA PRIDE VILLAGE proiezione del film: “Non accettare i sogni dagli sconosciuti” di Roberto Cuzzillo
Dopo una competizione sportiva a San Pietroburgo, dopo che in Russia sono appena state approvate le leggi anti-gay volute da Putin, Massimo, un nuotatore italiano, conosce un suo coetaneo russo, Vladimir, che lavora come interprete. I due si piacciono e si innamorano, ma purtroppo dovranno affrontare i muri culturali che li separano e scontrarsi con gli stereotipi machisti di ieri e di oggi.
Terzo lungometraggio del regista e produttore torinese Roberto Cuzzillo Non accettare i sogni dagli sconosciuti è nato dall’esigenza del regista Roberto Cuzzillo di esprimersi dopo l’approvazione, nel 2014 in Russia, di una controversa legge anti-gay.
Cuzzillo sceglie la strada della fiction ma non si ferma a questo piano di rappresentazione, inserendo a dialogare continuamente con il suo racconto filmati storici dell’allora Unione Sovietica – vediamo Lenin, Stalin e folle immense – e stralci tratti dalle pellicole di “Maciste”, classico del cinema muto italiano dove il protagonista – appunto Maciste – usa forza e intelligenza per salvare la sua amata. Il meccanismo è presto chiaro: da un lato i tempi d’oro di un machismo che Putin vorrebbe ritrovare (e non è certo estraneo alla cultura italiana), dall’altro la realtà di chi vuole essere se stesso ribellandosi alla obbligata omologazione; ma lottare per mantenere la propria identità è ben diverso a seconda delle latitudini.
Massimo e Vladimir si conoscono a San Pietroburgo (l’uno atleta in trasferta per il breve tempo delle gare, l’altro traduttore) e s’innamorano; parlano, si confrontano, condividono le giornate e i pensieri, ma subito emergono le differenze, una su tutte l’idea di libertà: per Massimo è una dimensione possibile da conquistare mentre per Vladimir è una chimera che gli è stata rubata. Mentre il giovane italiano dispensa i suoi consigli sull’essere se stessi, convinto che “chi ti ama arriva necessariamente ad accettarti”, raccontando tutto sommato la sua condizione felice, il giovane russo descrive una Russia dove gli omossessuali vengono perseguitati, picchiati impunemente per strada, e se il rispetto viene dalla testa e l’odio dal cuore, è il secondo molto più facile da sollecitare. Ed è in questo confronto il valore del film, nell’idea che se un valore è universale esistono molti modi e tempi per raggiungerlo, ognuno adatto, nessuno sbagliato. VEDI la recensione originale