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Giovedì 16 maggio alle 20.45 presso la parrocchia di Monteforte d’Alpone, nell’ambito della cosiddetta “Missione al popolo 2013” che si svolge in occasione dell’Anno della fede della chiesa cattolica, è prevista una conferenza con Luca di Tolve e LOT, la sua associazione, dal titolo “Una conversione che va oltre l’omosessualità”. Luca di Tolve, assurto agli onori delle cronache grazie alla canzone di Povia “Luca era gay”, si è convertito dopo una visita a Medjugorjie e fin qui … pur ritenendo che le religioni siano l’oppio dei popoli, sono fatti suoi. Peccato che la conversione l’abbia indotto a scrivere un libro, fondare un’associazione e girare per l’Italia portando il nuovo Verbo: non sono più gay, l’omosessualità si può curare, adesso sono normale, mi sono pure sposato (con una donna, la signora Teresa, anche lei di LOT). Se non bastassero le dichiarazioni sulla possibilità di “curare” l’omosessualità – che da anni non è più considerata una “malattia” né fisica, né genetica, né psichica – il buon Luca si allarga anche a descrivere il mondo glbt come una fucina di vizi, sesso facile, droga, alcol eccetera. Una vera manna per gli integralisti cattolici e camerati vari – non a caso alcuni link postati sul sito dell’associazione LOT rimandano a gruppi integralisti legati a doppio filo con l’estrema destra, con il mondo del negazionismo e dei nostalgici dei tempi pre-rivoluzione (francese).
Il parroco di Monteforte, don Alessandro Bonetti, sostiene in una recente risposta via mail ad una lettera di un’associazione glbt che chiedeva informazioni sulla conferenza, che non sarà “una serata di discussione sulla tematica dell’omosessualità, ma l’ascolto di una personale testimonianza di conversione alla fede che ha segnato per lui un radicale cambiamento di vita”.
Sarà ma gli scriventi ritengono invece che il messaggio diffuso da Luca di Tolve sia lesivo non solo dei diritti delle persone glbt ma della dignità stessa degli esseri umani e del bagaglio di conoscenze che hanno permesso, in molti Paesi, di equiparare diversi modelli di famiglia e di convivenza. Oltre che un insulto alle persone glbt, un insulto a tutte le persone civili e un invito all’omofobia.
Sensazione del resto confermata dal programma delle varie conferenze organizzate dalla parrocchia, che prevedono interventi di personaggi ecclesiali e non, tutti legati alla destra conservatrice che fa capo a Radio Maria, Medjugjorjie e similari.

Si invitano quindi le associazioni, i gruppi, i partiti, la società civile, comprendendo in essa i cattolici non integralisti, di Monteforte a fare pressione sul parroco affinché annulli la serata prevista. In caso contrario, le associazioni e i gruppi firmatari di questo comunicato annunciano la loro presenza a Monteforte per contestare l’iniziativa.

Di seguito alcuni stralci di intervista a Luca di Tolve (dal web):
“Ero un egocentrico, palestrato, schiavo dei locali notturni, ossessionato dai soldi, convinto di provare attrazione unicamente per i maschi e finito nel vortice del sesso compulsivo” . Autorevoli psicologi del calibro di Joseph Nicolosi e G. Van den Aardweg hanno chiarito che l’omosessuale prova attrazione per una persona dello stesso sesso perché cerca quello che vorrebbe essere, quello che non ha, in quanto è irretito nel tunnel di una personalità incompiuta. Il sentimento che prova è narcisistico ed egoistico. Egli cerca il partner ideale, ma dopo i primi momenti di intensa attrazione fisica, dopo la consumazione non gli resta che il nulla, una sconfinata sensazione di vuoto, perché anche quella persona che ha trovato non ha una identità correttamente definita. Questo spiega anche l’origine dell’elevato tasso di infedeltà e precarietà nei rapporti omosessuali. Gli omosessuali vivono un frenetico nomadismo sentimentale. Fanno sorridere le rivendicazioni di coloro che chiedono il matrimonio omosessuale: non può esistere stabilità e fedeltà nel mondo gay, perché quel che cercano è di per sé effimero … Se si vuole davvero aiutare gli omosessuali, è necessario riconoscere che in quella condizione essi vivono male, soffrono terribilmente. Anche quando sia apparentemente accettata con serenità, l’omosessualità non sarà mai compatibile con le esigenze più intime della persona e, proprio per questo, essa è un comportamento irragionevole: non porta alla felicità. La verità è che dall’omosessualità è possibile liberarsi. Certo, il primo passo di questo non facile cammino è riconoscersi bisognosi di aiuto, ed infrangere il luogo comune imposto dai media secondo cui, al contrario, bisognerebbe arrendersi al fatto che omosessuali si nasce. Nulla di più falso: il cambiamento è possibile”.

Firmano il Comunicato: Circolo Pink gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, eterosessuali Verona, Arcigay Pianeta Urano Verona, AGEDO Veneto, Collettivo Azione Antifascista Verona, Rifondazione Comunista Verona, Laurella Arietti, UAAR Verona, D.E.L.O.S. – Gruppo GLBTEQ Vicenza, MILK Verona Lgbt Community Center (Arci), Pdci, Partito dei Comunisti Italiani, Arcigay TRALALTRO Padova.

Se la conferenza sarà confermata è nostra intenzione essere presenti.

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